Umore depresso, Corpo depresso

Spesso possiamo riscontrare come il cattivo umore influenzi il corpo, per esempio nel modo di muoversi; infatti i ricercatori evidenziano che le persone depresse hanno una postura insaccata e dei movimenti più lenti.
Se ci sentiamo un po’ stressati o vulnerabili, un piccolo cambiamento emotivo può finire per rovinarci l’intera giornata, o può farci entrare in un periodo prolungato di insoddisfazione o di preoccupazioni. Tali cambiamenti spesso compaiono dal nulla lasciandoci svuotati di energie a chiederci: “Perché sto così male?”

I ricordi possono avere un potente impatto sui nostri pensieri, sentimenti e impulsi e soprattutto sul corpo; a volte il peso della nostra storia personale arriva a far scatenare una vera e propria tempesta emotiva.
E’ così che il passato può avere un effetto pervasivo nel presente: sperimentare un cambiamento di umore può scatenarne a ruota altri e spesso prendono il via schemi abituali di pensiero, di comportamento e di percezione che sappiamo essere controproducenti, ma che in qualche modo ci sembrano inarrestabili. Tutti questi elementi messi insieme, possono creare una vastissima rete, capace di captare ogni minima turbolenza emotiva e montarla come una vera e propria tempesta.

Effetti della depressione sulla postura

Gradualmente, il ripetuto scatenamento di pensieri e umori negativi può cominciare a scavare un solco nella mente, che con il tempo diviene sempre più profondo, il che facilita la comparsa di pensieri negativi e autocritici e i cali di umore; dopo un po’ anche l’evento più innocuo, può innescare lunghi periodi di fragilità emotiva.
Spesso i pensieri negativi arrivano sotto forma di domande secche che danno tormento, logorano l’anima ed esigono una risposta immediata: “Perché sono infelice?”, “Dove ho sbagliato?”, “Quando finirà tutto questo?”…..

A volte questi stati d’animo arrivano poi se ne vanno rapidamente come una folata di vento, altre volte il cattivo umore e lo stress sembrano adesivi che non riusciamo a togliere di dosso….., quasi come se certe parti della nostra mente si accendessero, poi rimanessero bloccate accese. A volte la mente si accende in modalità “allarme rosso”, ma poi non si spegne come invece dovrebbe fare.

I segnali di allarme del cervello cominciano a farsi attivare non solo dallo spavento del momento ma anche dagli spaventi del passato e dalle preoccupazioni per il futuro; tutto ciò accade in un istante e prima ancora di esserne consapevoli e i recenti mezzi di diagnostica cerebrale l’hanno confermato. Così il nostro modo di reagire può trasformare emozioni temporanee e di per sé non problematiche, in altre emozioni persistenti e problematiche, di conseguenza la mente può rendere certe situazioni di gran lunga peggiori, di come realmente sono.

E’ una convinzione abbastanza diffusa che rimuginare sui problemi conduca a trovare una soluzione, la ricerca invece dimostra il contrario: di fatto rimuginare riduce la nostra capacità di risolvere i problemi ed è inutile per gestire le difficoltà emotive. In realtà è possibile fermare il circolo vizioso impedendogli di autoalimentarsi e di innescare un’altra spirale di pensieri negativi.

I commenti sono chiusi.