In generale l’intelligenza emotiva entra in gioco nel momento in cui si deve apprendere a gestire abilmente delle reazioni cariche di valenze psicologiche. L’interazione dinamica tra l’amigdala e le reazioni più completamente informate della corteccia prefrontale, può offrire un modello neuroanatomico per spiegare in che modo la psicoterapia riesca a riplasmare modelli emotivi radicati, ma ormai privi di valore adattivo.
Joseph Le Doux, è il neuroscienziato che ha scoperto il ruolo chiave dell’amigdala come sensibile sistema d’innesco nelle esplosioni emotive e che una volta che il sistema emozionale impara qualcosa, non lo dimentica più. La psicoterapia riesce ad insegnare a controllarlo, cioè insegna alla neocorteccia come inibire l’amigdala, di conseguenza la tendenza all’azione viene soppressa, mentre l’emozione principale rimane in forma attenuata. La corteccia prefrontale può frenare o perfezionare gli impulsi provenienti dall’amigdala, ma non può impedirle di reagire, di conseguenza non possiamo decidere quando avere un’esplosione emozionale, ma possiamo controllare la sua durata.
In sintesi, ciò che nel corso della terapia sembra cambiare sono le risposte dell’individuo, una volta che è scatenata una reazione emotiva, anche se la tendenza ad avere una reazione immediata non scompare completamente. Si potrebbe ipotizzare che il sistema limbico continui ad inviare segnali di allarme, in risposta alle avvisaglie di un evento temuto, mentre la corteccia prefrontale e le zone ad essa collegate hanno appreso una risposta nuova e più sana. Di conseguenza le reazioni emotive apprese (anche quelle più radicate, poiché acquisite durante l’infanzia) possono essere riplasmate; questo tipo di apprendimento dura per tutta la vita.